Giornata della MEMORIA 2025

27.01.2025
Il "Giorno della Memoria" è un momento per riflettere sulle tragedie del passato, in particolare sull'Olocausto, e per mantenere vivo il ricordo affinché simili orrori non si ripetano. È anche un'occasione per interrogarsi su come le società moderne gestiscono temi come la discriminazione, i diritti umani e il trattamento delle persone più vulnerabili, tra cui i migranti.
Anno 2029

Durante la presidenza di Donald Trump, il trattamento dei migranti è stato al centro di accesi dibattiti. La sua amministrazione ha adottato una politica di tolleranza zero sull'immigrazione clandestina, con deportazioni di massa e la separazione delle famiglie al confine come misure più controverse. Queste politiche hanno scatenato forti critiche, poiché hanno spesso ignorato le storie personali dei migranti e i motivi che li spingevano a cercare rifugio negli Stati Uniti, come guerre, persecuzioni o povertà estrema. In molti casi, la gestione dei migranti ha sollevato questioni legate alla disumanizzazione di intere categorie di persone, trattate esclusivamente come una minaccia o un problema di sicurezza, dimenticando la loro dignità e i diritti fondamentali.

Meloni e il progetto in Albania

L'idea del governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, di creare una struttura per l'accoglienza e il trattamento delle domande di asilo in Albania, riflette una strategia di esternalizzazione della gestione dei migranti. Questo approccio ricorda altre iniziative simili, come l'accordo tra l'Unione Europea e la Turchia per fermare i flussi migratori verso l'Europa. Tuttavia, anche in questo caso, sorgono interrogativi etici: il trasferimento dei migranti in un paese terzo rischia di alimentare un meccanismo di distacco emotivo e politico rispetto alle loro sofferenze. Si corre il pericolo di trattare i migranti come un "problema" da spostare altrove, anziché come esseri umani con diritti e bisogni.

Un parallelo con il passato

Il "Giorno della Memoria" ci insegna che l'indifferenza, l'emarginazione e la de-umanizzazione di specifici gruppi possono portare a conseguenze devastanti. Sebbene non sia corretto fare paragoni diretti con la Shoah, c'è un monito da cogliere: ogni volta che una politica tratta persone vulnerabili come numeri, minacce o semplici "clandestini", si apre la strada a pratiche che mettono a rischio la dignità umana. La storia ci insegna che le leggi e le politiche non possono mai essere separate da un'etica che riconosca l'umanità altrui.

Conclusione

Riflettere su queste politiche nel contesto del "Giorno della Memoria" significa non solo ricordare il passato, ma anche assumersi la responsabilità di agire nel presente. È necessario un approccio che combini sicurezza e gestione dei flussi migratori con il rispetto dei diritti umani e la comprensione delle storie individuali. Solo così si può evitare che la paura e l'indifferenza ci portino a commettere errori che, sebbene diversi nella forma, riecheggiano i meccanismi di esclusione e disumanizzazione del passato.

di Giorgio Pasetto condiviso da Franco Avati